La notizia è di quelle che non vorremmo ascoltare mai. A fine gennaio, nell’Istituto Tecnico Industriale Fermo Cornì di Modena, si è consumato l’ennesimo atto di violenza nei confronti di un docente, reo di aver ripreso verbalmente alcuni studenti che fumavano uno spinello nel cortile della scuola.
Di per sé, l’evento è già deprecabile per ovvie ragioni, ma ciò che lascia del tutto esterrefatti, è la reazione della preside, che abdicando al suo ruolo istituzionale, difende i ragazzi.
Gli eventi di quel giorno
Protagonisti di questa incresciosa vicenda sono un gruppetto di studenti e il professore Stefano Longagnani, che vedendo i giovani fumare nel cortile della scuola, interviene per rimproverarli e ricordagli il regolamento scolastico. A quel punto, i giovani lo accerchiano e lo aggrediscono con prese e spintoni, facendolo finire in ospedale, dal quale esce con una prognosi di 5 giorni e un collarino.
Questo fatto, assolutamente riprovevole, potrebbe rientrare nella triste casistica delle numerose aggressioni fisiche e verbali nei confronti degli insegnanti, da parte di genitori e studenti, che si stanno registrando negli ultimi anni. Ma stavolta accade qualcosa di ancora più grave: la preside dell’istituto difende gli studenti.
L’intervento della preside
A seguito di questo evento, e senza nemmeno convocare il professore per ascoltare la sua versione, la preside Angela Alessandra Milella si schiera immediatamente con gli studenti, prendendone le difese. A suo dire, infatti, sarebbe stato il professore a scambiare una bevanda calda e fumante per uno spinello e ad aver, senza quindi ragione alcuna, aggredito verbalmente e fisicamente i ragazzi con ingiurie e calci.
Raggiunta da un’inviata della trasmissione “Fuori dal coro”, diretta dal giornalista Mario Giordano, la preside, attualmente trasferita in un altro istituto proprio a seguito di questa vicenda, si rifiuta di rispondere alle domande di chiarimenti, con atteggiamenti ben lontani da quelli che ci aspetterebbe da una persona che ricopre un ruolo istituzionale.
Mario Giordano, che in passato ha criticato aspramente la nostra attività sindacale sulla prima pagina del quotidiano La Verità, questa volta ha ragione: questi non sono fatti che possono essere sottaciuti. Ne va della credibilità e del ruolo educativo della scuola, nonché di quello degli insegnanti, che prima ancora di essere docenti e pubblici ufficiali, sono coloro che hanno il compito di educare i giovani al rispetto delle regole e della collettività.