Alcuni docenti precari inseriti in graduatoria nella provincia di Agrigento hanno ritenuto l’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n° 3954 del 22 luglio 2011- prot. n. 14096 incostituzonale. In sintesi, violando tutti i principi costituzionali e qualsivoglia diritto legittimo e soggettivo, gli incaricati nelle scuole di Lampedusa e Linosa, sia per il personale docente sia per il personale amministrativo tecnico e ausiliario negli anni scolastici 2011-2012 e 2012-2013 erano conferiti ai lampedusani che erano nativi o residenti da almeno dieci anni sul territorio delle due isole. Ne conseguiva che per il conferimento degli incarichi di lavoro al personale della scuola di Lampedusa non si guardava né posizione in graduatoria, né fasce, né abilitazioni all’insegnamento, con tutto ciò calpestando non solo la Costituzione ma anche i più elementari diritti dell’uguaglianza, all’imparzialità della Pubblica Amministrazione, con prevedibile conseguenza circa la disoccupazione del personale docente e ATA, non lampedusano che per anni ha invece lavorato a suon di sacrifici sulle isole di Lampedusa e Linosa.
Orbene, ritenendo il SAESE che queste disposizioni oltre ad essere incostituzionali violano il Diritto Comunitario, pertanto il sindacato ha inviato una nota di contestazione in data 23/11/2012 all’Ue. Successivamente in data 28/08/2013 l’amministrazione europea ha notificato allo scrivente sindacato, di non poter aprire un procedimento d’ infrazione contro l’Italia perché l’ordinanza in questione non è più in vigore dal 01/09/2013. Considerata la palese violazione del diritto Ue denunciata dal SAESE la stessa Europa ci ha fornito tutti i riferimenti della giurisprudenza dell’Ue, per poter chiedere un risarcimento, da far valere dinanzi alle autorità italiane per far valere i diritti del lavoratore in futuro.
Per quanto sopra esposto e motivato l’OS, ha presentato un esposto c/o la Procura della Repubblica di Agrigento con nota dell’ 8/11/2013 per valutare se i fatti esposti nell’ambito delle proprie competenze, escludendo o ritenendo autonomamente e secondo i propri poteri, se ricorrono o meno fatti – specie e ipotesi di reato.